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I "Natural Aggregator". L'esperienza empirica, supportata da numerosi studi psicologici e sociologici sulle reti familiari, mette in evidenza che un gruppo di famiglie nasce e, sopratutto, cresce e dura nel tempo, se al proprio interno vi sono alcuni membri che, per indole propria, stimolano lo spirito aggregativo e collaborativo tra le persone. Spirito che vivono e che trasmettono agli altri favorendo lo sviluppo del reticolo di relazioni interpersonali e interfamiliari che da vita al gruppo. Tali persone, che definiamo "Natural Aggregator", hanno "per natura" (o meglio per storia personale, carattere, status, ...) una spiccata competenza pro-
Profilo dei Natural Aggregator. Come già anticipato sopra i natural aggregator sono persone con una marcata indole pro-
Mappatura dei natural aggregator già noti. Il primo "metodo" da utilizzare è sicuramente quello di tenere presenti le famiglie/persone già conosciute dagli operatori/servizi. Un operatore "pro-
Valorizzazione delle aggregazioni/attivazioni già in atto. Assai importante è, inoltre, valorizzare quelle realtà nelle quali già si vivono esperienze di animazione/aggregazione. Sovente queste esperienze si riscontrano in talune associazioni locali, parrocchie e gruppi ecclesiali sensibili alla dimensione relazionale e comunitaria. Nell'approcciare questi contesti gli operatori dovranno avere l'attenzione a "rispettarne l'identità e le dinamiche interne". In tali casi, essendovi già delle aggregazioni in atto, non bisognerà "arruolare gli aggregatori" (si rischierebbe di dare l'impressione di voler "spostare altrove" le energie migliori presenti nel gruppo). Essi sono "già arruolati" nella realtà associativa/parrocchiale/gruppale di cui fanno parte e che già contribuiscono ad animare. Occorrerà piuttosto favorire l'arruolamento dell'intera realtà, stimolandone l'attivazione solidale verso i bambini, i ragazzi e le famiglie in difficoltà del loro territorio.
Percorsi di scouting dei natural aggregator nelle scuole elementari e medie inferiori. Un contesto nel quale sovente emergono alcuni natural aggregator è quello dei rappresentanti di classe delle scuole elementari e medie inferiori. Difatti una parte dei genitori che si rendono disponibili a tale attività lo fanno proprio a partire da uno spiccato senso pro-
Altre modalità di scouting. In ogni territorio e contesto possono essere attivate ulteriori specifiche modalità di scouting. Molto dipende ad esempio dalle caratteristiche della "squadra degli operatori" che si impegnano nella promozione di questo percorso. Non mancano in giro per l'Italia esperienze e dinamiche variegate: organizzazione partecipata di feste di quartiere, di passeggiate per famiglie, ... publicizzazione di cicli di formazione per "aspiranti animatori di reti familiari", ... Azioni efficaci in alcuni contesti non lo sono in altri. L'elemento determinante, in ultima analisi, non è il tipo di attività ma la capacità degli operatori di mettersi in relazione e di stimolare processi di partecipazione.
Chiarificazione "motivazionale" dei natural aggregator. Una volta individuate le persone/famiglie potenziali "natural aggregator" in ciascun territorio va avviato un percorso motivazionale e attitudinale il cui Obiettivo è la maturazione/selezione dei futuri animatori. Il gruppo motivazionale avrà l’ambizione di formare, ma anche esplorare le attitudini naturali delle famiglie/persone individuate. Le Tematiche da affrontare sono: il gruppo, la leadership, la relazione. In particolare vengono approfonditi gli aspetti: dell'Essere, inteso come dimensione motivazionale dell’animatore di rete di famiglie in riferimento alle caratteristiche di coerenza e di vicinanza agli altri dell’animatore, e alle sue risorse di leader carismatico; del Saper essere, inteso come dimensione relazionale dell’animatore, riferita alle sue competenze comunicative ed aggregative; del Saper fare, inteso come dimensione operativa dell’animatore, in riferimento alle sue competenze pratiche, ma anche tecnico-
Formazione dei natural aggregator (cd. "AnimaRete"). È un percorso di formazione per le famiglie e le persone che svolgono il ruolo di "animatrici di gruppi di famiglie solidali". Chi si candida come "animatore" di processi comunitari deve egli stesso farne preventivamente esperienza: per supportare positivamente gli slanci di solidarietà cui le famiglie animatrici sono chiamate (il fare) è necessario essere consapevoli e saper gestire quanto si attiva in esse nell’incontro con l’altro (l’essere): in quanto soggetti in relazione, l’essere va scoperto e messo al servizio dell’azione affinando le competenze emotive. Le Dimensioni formative affrontante sono: la formazione sarà a carattere complesso ovvero terrà conto di tre dimensioni imprescindibili per la gestione di gruppi di famiglie solidali: la dimensione della motivazione: significati e motivi dell’accoglienza; la dimensione relazionale: la cura dell’aggregazione e dell’animazione comunitaria; la dimensione dell’azione: come intervenire concretamente a sostegno di bambini, ragazzi e famiglie in difficoltà.
Obiettivi formativi: promuovere l’esperire, ovvero la capacità di "far palestra" di autoconoscenza sui temi cari e funzionali all’animatore; formarsi con dovuti approfondimenti teorici sulle tematiche dell’accoglienza familiare; implementare le competenze nel progettare laboratori permanenti di relazione d’aiuto.
Aree di approfondimento. Anche qui sono da approfondire: l'Essere: è l’aspetto motivazionale dell’animatore di rete di famiglie ed attiene alle sue caratteristiche di coerenza e di vicinanza agli altri, e alle sue risorse di leader carismatico; il Saper essere: inteso come aspetto relazionale dell’animatore che attiene alle sue competenze comunicative ed aggregative; il Saper fare: inteso come aspetto operativo dell’animatore che attiene alle sue competenze tecnico-