Cosa Sono i Nuovi Cortili - Nuovi Cortili - UNREGISTERED VERSION

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Cosa Sono i Nuovi Cortili

Cosa sono i Nuovi Cortili

RIFLESSIONI, ESPERIENZE e MODALITA' per FRONTEGGIARE LA SOLITUDINE


Le relazioni calde alla base della buona crescita.
Occorre lavorare per alimentare la resilienza, ossia porre le condizioni per promuovere la capacità delle persone e delle famiglie di attivare "strategie di fronteggiamento e di riorganizzazione positiva" della propria vita, dinanzi alle difficoltà, ridando nuovo slancio alla propria esistenza! Un tempo le relazioni di buon vicinato creavano premesse importanti affinché vi fosse intorno a ciascuna famiglia una rete di relazioni allargate significative, non sempre necessariamente caratterizzate dal vincolo di sangue (una sorta di "parentela sociale"). Così, una mamma in difficoltà, un papà con dei problemi, un bambino lasciato solo a giocare per tante ore nel cortile e i cui genitori rincasavano tardi, trovava più frequentemente una "zia" pronta a vederlo, incontrarlo nei suoi bisogni, rispondere alle sue primarie esigenze, soprattutto quelle affettive, … Insomma, c’erano spazi meno strutturati e istruiti, ma grembi caldi e accoglienti pronti a svolgere la loro funzione di contenimento e di promozione di beni semplici, ma preziosi e per lo più interiori! Cosa si può fare affinché il quotidiano non diventi una fabbrica di solitudine che si rigenera nel passaggio da una generazione all'altra?

Attivare processi relazionali.
Negli ultimi settanta anni numerosi studi hanno confermato che … ogni persona, anche la più disagiata o problematica, ha insito in sé il potenziale interumano: è cioè capace di mettersi in relazione offrendo benefici e traendone contemporaneamente nella reciprocità dello scambio, grazie alla dimensione di prossimità. Questa certezza ci conferma la possibilità di un grande potenziale riparativo e trasformazionale, rivalutante e riedificante per tutti quei bambini di oggi (adulti di domani) e per tutti quei  genitori adulti (bambini "carenziati" di ieri) che hanno costruito un’identità personale e familiare fondata sulle carenze, sulle incapacità interiorizzate, sulla disistima personale e sulle mancanze sperimentate! Da ciò ne deriva che non possiamo esimerci dalla necessità di promuovere processi di alfabetizzazione relazionale! Chiunque entri in relazione con un altro, può essere potenziale attivatore di processi virtuosi di alimentazione della comprensione di sé, ha la possibilità di maturare fiducia e autoconsapevolezza e di ingenerare nuova fiducia nell’altro, nuove e più evolute e consapevoli possibilità di identificazione e di costruzione dell’idea di sé. L’interazione con l’altro infatti attiva e promuove una reciproca trasformazione innescando l’arricchimento reciproco e, cosa non da poco, la possibilità di rinascere a se stessi!

Oltre l’asimmetria tra benefattore e beneficiario.
Va da sé che, poste queste premesse, occorre sempre di più che propendiamo per l’alimentazione di un approccio relazionale aperto e comunitario, superando la dicotomia famiglia-risorsa/famiglia-bisogno, perché ciascuno di noi e ciascuna nostra famiglia è portatore/portatrice di bisogni differenti. Così approcciandoci tra famiglie evitiamo la strutturazione di potenziali dinamiche di confinamento o emarginazione. Abbiamo la possibilità di orientarci ad un’apertura verso la promozione, con risvolti profondamente preventivi, di forme del pensare comunitario e del relazionarsi, nuove, le quali, pur nel rispetto della singola appartenenza familiare, possono puntare a coniugare ampiamente generatività e comunitarietà, sostenendo percorsi di reciprocità nella cura e nella costruzione di Nuovi Cortili tra famiglie e persone del quartiere.

 
 
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