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4. Caritas Grosseto

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Famiglie Solidali (Caritas Diocesana di Grosseto)

Ricostruire relazioni di vicinanza e creare una rete di famiglie solidali, capaci di contribuire a ricostruire il tessuto sociale del territorio. Questi gli obiettivi del progetto "Famiglie solidali", a cui la Caritas diocesana di Grosseto ha dato avvio a partire dal 2012.
La Caritas di Grosseto è partita, nel 2010, cercando di dare una risposta al problema della casa, gestendo 4 mini appartamenti, che vengono messi a disposizione di nuclei familiari in momentanea situazione di forte bisogno sia economico che occupazionale.
E’ iniziato così il progetto di aiuto a famiglie in difficoltà, che ha permesso a diversi nuclei familiari di trovare un luogo da cui ripartire, preservando l’intimità delle relazioni affettive dai problemi – a volte enormi – che scaturiscono dalla mancanza di una occupazione o dalla carenza di risorse economiche per vivere dignitosamente. Potendo vivere per alcuni mesi in un appartamento, senza l’ansia dello sfratto o della impossibilità a pagare le bollette, questi nuclei familiari sono riusciti ad intraprendere un cammino verso l’autonomia, che li ha portati a lasciare le abitazioni della Caritas e a ripartire daccapo.
Inoltre la Caritas ha stretto un accordo con l’Edilizia provinciale grossetana, che gestisce le case popolari, per aiutare le famiglie che, non riuscendo a pagare l’affitto, rischiano lo sfratto. La Caritas si fa garante delle rateizzazioni dei canoni d’affitto arretrati ed eroga un sussidio a copertura di una quota-parte degli arretrati stessi, dietro impegno della famiglia a saldare interamente i canoni dei mesi successivi.
Queste esperienze, nate per rispondere a bisogni immediati e concreti, hanno provocato negli operatori Caritas un’altra riflessione: spesso le famiglie in difficoltà economica, schiacciate dal peso dei loro problemi, si isolano, allentano le relazioni sociali, perdono le amicizie e si ritrovano sempre più sole a dover affrontare disagi molto gravi. Come evitare che il quotidiano diventi una "fabbrica di solitudine"?
Da questo interrogativo è nata la seconda risposta del percorso: il progetto "Famiglie solidali".
Dalla fine del 2012, la Caritas ha lanciato in Diocesi la proposta a famiglie senza particolari problemi economici ed abitativi, a rendersi disponibili ad avviare un cammino di relazione alla pari con quei nuclei familiari aiutati dalla Caritas, affinché – accanto al percorso di autonomia economica e lavorativa – nascessero anche relazioni di vicinanza o di "parentela sociale", che non facessero sentire le famiglie con problemi economici completamente sole nel gestire il loro disagio.
Il percorso è partito con 3 coppie di sposi, chiamate "affiancanti", che col tempo sono cresciute fino ad attestarsi, attualmente, sul numero di 12, con all’interno anche una coppia di fidanzati, che ha accettato la proposta di iniziare un cammino di formazione in vista di un affiancamento vero e proprio.
Ciascuna famiglia è affiancata da due nuclei familiari, così da facilitare una relazione "circolare", che si sviluppa senza modalità precostituite, ma che nasce dalla spontaneità dei rapporti che si instaurano nel tempo e dai bisogni che, via via, si manifestano. Nel progetto, infatti, si vuol promuovere una relazione alla pari, in cui ogni nucleo familiare – sia esso affiancato che affiancante – si mette in gioco e desidera crescere nell’amicizia, nella prossimità, nella compagnia, nel sostegno, giocando solo e soltanto la "carta" della relazione solidale, liberandola da questioni economiche e assistenziali, che restano ad esclusivo carico della Caritas diocesana.
Il progetto "Famiglie solidali" ha generato anche un altro effetto: il desiderio delle famiglie affiancanti di costruire anche tra loro relazioni di amicizia e di fraternità anche allo scopo di ampliare sempre di più il numero di coppie di sposi pronti a mettersi in gioco, nella volontà di costruire un solido tessuto di relazioni sociali solidali, che vadano oltre il percorso di affiancamento. Le famiglie affiancanti, pertanto, si ritrovano mensilmente per un momento di formazione e per la celebrazione della Messa insieme ai volontari della Caritas.
Ad oggi sono state sei le famiglie affiancate, tre delle quali hanno lasciato il progetto avendo recuperato un cammino di autonomia abitativa e lavorativa anche attraverso un cammino di rieducazione alla gestione economica della propria vita. Questo, però, non ha interrotto le relazioni di prossimità con le famiglie affiancanti, alimentando, così, l’allargamento della rete di relazioni solidali, che resta l’obiettivo di fondo del progetto, rispondente al bisogno di offrire una visione significativa e motivata all’accoglienza, ma anche al bisogno di cura che le persone – indipendentemente dalla loro condizione economica – oggi avvertono, a fronte di un contesto sociale sempre più frammentato.


 
 
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